Page 2 - Le iconoclastiche scorribande romane di Vittorio Imbriani
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LE ICONOCLASTICHE SCORRIBANDE ROMANE

                                               DI VITTORIO IMBRIANI



                               di   Luigi Ceccarelli





                               Gli Imbriani sono una famiglia di intellettuali e pensatori politici sotto il

                        Regno dei Borbone, e già da i primi decenni dell’800 non fanno che aspirare
                        alla  libertà  e  all’unità  d’Italia.  Sono  imparentati  con  i  Poerio,  altra  schiatta

                        napoletan-risorgimentale. Per un lungo periodo sono a tutto tondo attivissimi
                        personaggi  del  Risorgimento:  cospirano,  sono  costretti  ad  andare  in  esilio  a

                        Torino  e  a  Firenze,  combattono con Garibaldi  ed  addirittura, Giorgio,  uno

                        della famiglia, muore  eroicamente a  Digione.  Alla  fine,  ad Unità conclusa,  il
                        padre della famiglia, Paolo Emilio, ed uno dei figli, Matteo Renato, verranno

                        poi eletti deputati al Parlamento italiano. Sono ferventi repubblicani, quasi tutti
                        massoni,  feroci  anticlericali.  Il  loro  cognome  diventa  un’  icona  patriottica

                        risorgimentale  tanto  da  essere  affibbiato  come  primo  nome  ad  innocenti
                        creature di famiglie di stretta devozione unitaria e antipapalina.

                               Ricordo di aver conosciuto da ragazzo un Imbriani Curti che era di una
                        famiglia di conciatori di Testaccio. Li per lì credevo che fosse un rampollo di

                        quelle  casate  dai  cognomi  doppi,  Gallarati  Scotti,  Aloisi  Masella,  Spada
                        Potenziani,  eccetera  eccetera.  Neanche  per  sogno.  La  famiglia  si  chiamava

                        semplicemente  Curti  ma  per  ribadire  la  testaccina  fede  patriottica  avevano
                        appioppato al mio amico, come primo nome, intramontabile sigillo, il cognome

                        di quella gloriosa stirpe di eroi. Quindi Imbriani Curti e basta. Chi vuol capire
                        capisca.

                               Viene così in uso in quell’Italia palpitante di Risorgimento, che i primi

                        nomi  di  alcune  persone  non  sono  altro  che  i  cognomi  di  qualche  celebrato
                        patriota.  Anche  il  generale  Giuseppe  Garibaldi,  sommo  protagonista  della

                        rinascita  unitaria  italiana, chiama  appunto  i  primi  suoi  figli  uno  “Menotti”  e
                        l’altro “Ricciotti” (il grande nizzardo aveva così voluto rievocare, commosso, i

                        due  martiri)  Su  questa  linea  quanti  nomi  patriottici  abbiamo  conosciuto:
                        Mameli,  Fratti,  Manara,  Azeglio,  gli  stessi  Garibaldi  e  Mazzini,  Oberdank

                        (quella  k,  di  sfacciato  sapore  slavo  fu  italianamente  bonificata,  per  sancirne
                        l’italianità). Addirittura verrà celebrata non più una persona ma un periodo, il


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