Page 2 - La tentazione comica
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LA TENTAZIONE COMICA

             Conversazione tenuta da Luigi Ceccarelli a margine della sopradetta Mostra ordinata al Museo di Roma
                                              in Trastevere.   26 ottobre 2006.





                   Buonasera.  Prima  di  tutto  voglio  rivolgere  un  saluto  e  un  rallegramento  a  quanti  hanno
            collaborato  alla  realizzazione  di  questa  esposizione  e  del  bellissimo  catalogo  che  l’accompagna.  Mi
            riferisco alla felice idea di porre in primo piano il progetto storico e artistico di tre secoli di satira e di
            caricatura tra le Marche e Roma. Grazie quindi a Fabio Santilli e a Melanton che ne sono gli ideatori, gli
            animatori, gli organizzatori. Senza toglier niente alla Mostra è un vero piacere sfogliare, leggere, gustare
            le pagine di questo percorso così ben meditato che porta alla conoscenza di un settore di espressione
            artistica e storica non sempre conosciuto ed apprezzato. Sempre più mi convinco, e questo è un caso
            calzante, quanto siano necessari, se non indispensabili, i cataloghi delle Mostre, gli atti dei Convegni, i
            filmati ( di quelli fatti bene; non alcune pecionate che confondono e basta.). Da ricordare poi in questa
            iniziativa il sentimento di amor civico-            regionale verso le Marche forse un po’ orfana e
            fuori del giro dei media. Per esempio io che bazzico da tanti anni le Terme di Fiuggi, piene di gente che
            beve  allietata  da  un’orchestrina,  non  ho  mai  sentito  suonare  una  qualche  canzone  che  riecheggi  le
            Marche. Eppure per accontentare le variegate provenienze regionali dei frequentatori c’è viceversa un
            bombardamento  di  “ Calabreselle  “e  “Romanine”. Con  la sacralità di  un  canto  gregoriano  vengono
            struggentemente eseguite “ Romagna mia “, “ O mia bela Madônina “,  “Firenze sogna”, “O sole mio”,
            “Roma non fa la stupida stasera”.  Marche niente; così anche l’ Umbria. Sono escluse dalle celebrazioni.
            Per  le  due  regioni,  d’altro  canto  bellissime  ed  interessantissime,  non c’è  neanche  la  rinomanza  e  la
            successiva santificazione di attori marchigiani, specie quelli comici, che pur godono proprio per il loro
            ruolo una naturale simpatia, successo e popolarità.
                   Importante perciò che nel catalogo sia presente e  sia  sottolineata la  marcheggianità  dei tanti
            valenti collaboratori di oggi; ma anche di quegli artisti marchigiani ormai divenuti personaggi storici nel
            disegno satirico e nella caricatura di alto livello: basterebbero i nomi di Pier Leone Ghezzi, di Gabriele
            Galantara e di Cesare Marcorelli. Significativo anche che proprio a Tolentino, nelle Marche, provincia
            di Macerata, sia nato e sistemato il Museo della Caricatura.
                   Mi pare di poter dire che da qualche tempo si avverte una voglia, un proponimento, un progetto
            mirato  di  divulgare  gli  interessi  culturali  e  artistici  delle  Marche  attraverso  manifestazioni,  festival  e
            incontri anche nei campi più specifici e minuti.  Ricordo a questo proposito il premio Leonida Barboni,
            grande  direttore  della  fotografia,  valente  protagonista  del  periodo  più  felice  del  cinema  italiano,
            cittadino di Fiuminata, provincia di Macerata. Le varie iniziative di Angelo Olivieri per diffondere la



            marcheggianità di noti attori e cantanti di successo come l’americano Don Ameche, Massimo Girotti,
            Beniamino Gigli ed altri. Poi i programmi musicali, interessantissimi, organizzati dalla Regione Marche:
            si veda l’ottimo risultato degli spettacoli dello Sferisterio di Macerata ormai alla stessa altezza dell’Arena
            di Verona.
                   In me, romano e romanista, ovvero studioso di Roma, (ricordiamo l’esistenza del Gruppo dei
            Romanisti che da settant’anni accomuna quanti si occupano di Roma in tutti i suoi aspetti ) c’è stata una
            grande soddisfazione che nel Catalogo vengano ricordati gli stretti legami storici e culturali tra Roma e
            le Marche. Emergono due motivi. Il primo: Enzo Calcaterra interviene sulle radici familiari, recanatesi,
            di  Belli  e  sulla  misteriosa,  intricata,  intellettualissima  storia  d’amore  del  nostro  grande  poeta  con  la
            marchesina Vincenza Roberti  di Morrovalle,  la sua  “Cencia.”;  il  secondo,  in  un  esemplare  saggio di
            Claudio  Costa  compare  tutta  la  letteratura  satirica  romana  di  almeno  quattro  secoli:  dalle  antiche
            pasquinate, dalle opere dal tardo Cinquecento fino alla metà circa del trascorso Novecento: ecco allora i
            nomi di Pietro Aretino, Giuseppe Berneri, Benedetto Micheli, Giuseppe Gioachino Belli, Gigi Zanazzo,
            Cesare Pascarella, Trilussa.


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