Page 7 - fabrizi
P. 7

teatrale e inedito: niente barzellette né declamazione di versi strappacuore; né

                        tanto meno capitava, in quest'occasione, di poter assistere allo spettacolaccio di
                        quei  dialoghi-battibecchi,  più  o  meno  preparati,  urlati  e  scurrili,  tra  platea  e

                        palcoscenico  che  avvenivano  spesso  nei  teatrini  romaneschi.  Era  invece,
                        questa, una conversazione fra amici che, insieme, si trovavano costretti, loro

                        malgrado, ad affrontare i disagi e le preoccupazioni della guerra, una guerra in
                        città.  Insomma  un  melanconico  commento  ai  fatti  del  giorno:  i  temi

                        predominanti  non  potevano  che  essere,  ovviamente,  la  borsanera,  il  freddo
                        senza riscaldamento, l'oscuramento, l'allarme aereo e altre tristezze. Appunto

                        su  tutte  queste  tristezze,  e  qui  veniva  fuori  tutta  la  bonomia  e  l'antico
                        buonsenso romano, Fabrizi riusciva ad inserire una tale carica di umanità che

                        attraverso una lucidissima ed equilibrata forza comica di frasi e di situazioni,

                        stravolgeva  l'amara  realtà  quotidiana.  Lo  spettacolo  finiva  proprio
                        intenzionalmente  in  canzoncina  per  rallegrare,  fin  che  possibile,  la  grama

                        situazione quotidiana con il notissimo Ciavete fatto caso Ciavete fatto caso che con
                        l'oscuramento,/ se non ci sta la luna, / batti il muso ogni momento? / Se non ciavete ancora

                        fatto caso, fatece caso ch'è proprio così! Se a volte una strofetta fa ridere beato/ io resto sempre
                        serio  perché  il  riso  è  razionato.  Ciavete  fatto  caso  che  come  s'è  fatto  caso/  alla  luna

                        quest'anno nun s'era mai fatto caso? Ciavete fatto caso che mormora la gente: "Perfino li
                        cocommeri nun sanno più de gnente? Per l'olio e la pancetta ognuno ha la razione/ perché

                        non razioniamo pur Fabrizi che ha il pancione?
                        E  tante  altre  considerazioni,  sempiterne,  anche  oggi,  in  tempi  più  tranquilli:

                        Ciavete fatto caso che mentre vi lavate i denti, svitate il cappuccio del tubetto del dentifricio,
                        pensate sempre: "Se mi casca er tappetto dentro al lavandino come lo riprendo? Ciavete fatto

                        caso si quanto ce se gode/ quanno ve grattate proprio nel punto indò ve rode? Si er latte lo
                        guardate pe' bolle ce vo' un'ora/ ma appena ve vortate ve va subbito de fora? Pare che le

                        argute e sottili osservazioni di Ciavete fatto caso? piacquero molto al Papa Pio XII

                        tanto che affermò: "È la Divina Commedia della comicità."
                             Poi i tre film, girati uno appresso all'altro, Avanti, c'è posto…, Campo de'

                        Fiori, L'ultima carrozzella, tutti,  dal  principio  alla fine,  assolutamente romani e
                        nello spirito di Roma, la Roma di Aldo Fabrizi. Sono opere molto rilevanti per

                        l'avvio  del  neo-realismo,  non  ancora  etichettato,  che  c'è  in  ognuno.  Dopo
                        queste tre prime esperienze cinematografiche, Fabrizi diventa subito interprete

                        di  sicuro  spessore  e  di  celebrata  popolarità.  A  tal  riguardo  tutti  sono  a
                        conoscenza delle fasi e dello sviluppo della sua lunga carriera cinematografica


                                                                                                6
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12